I Mieli del Lazio

Cenni geografico-vegetazionali

Il Lazio, situato sul versante centrale tirrenico della penisola, ha un’estensione di 17.236 km2 e confina a nord con Umbria, Toscana e Marche, a est con Abruzzo e Molise, a sud con la Campania; a ovest è delimitata dal mar Tirreno. La regione comprende l’arcipelago delle isole Ponziane, di natura vulcanica: Ponza, Gavi, Palmarola, Santo Stefano, Zannone, Ventotene.

Il territorio è prevalentemente collinare (54%) e montuosa (26%) e solo il 20% del territorio è pianeggiante. La parte più interna e montuosa della regione appartiene all’Appennino centrale, Umbro-Marchigiano e Abruzzese, dove spiccano, all’estremo nord-est, i monti Reatini (con il M. Terminillo, 2.213 m) e l’adiacente gruppo dei monti della Laga (M. Gorzano, 2.455 m); lungo il confine con l’Abruzzo si elevano i monti Simbruini (M. Cotento, 2.014 m) e, al di là dell’alta valle dell’Aniene, la catena dei monti Ernici (M. Passeggio, 2.064 m). Sempre al confine con l’Abruzzo s’innalzano i monti della Meta (M. Petroso, 2.247 m), ai quali si raccorda, al confine con il Molise, il massiccio delle Mainarde (M. Cavallo, 2.039 m).

La vasta regione collinare costituita dall’Antiappennino Laziale si estende da nord a sud, tra l’Appennino e la parte costiera. Comprende a nord quattro distretti vulcanici di modesta altitudine (mediamente 600-700 m, superati solo dal monte Cimino, 1.053 m), i cui crateri sono spesso occupati da laghi: i monti Volsini intorno al lago di Bolsena, i monti Cimini con il lago di Vico, i monti Sabatini con il lago di Bracciano e il complesso sistema dei colli Albani, che racchiude i laghi di Albano e di Nemi. A sud, tre sistemi montuosi di natura calcarea separano la Ciociaria dalla pianura Pontina e dalla costa: i monti Lepini, Ausoni e Aurunci.

Le pianure costiere, per secoli paludose e malariche, solcate da fiumi dal corso mutevole, sono state oggetto nei secoli passati di alcuni interventi di bonifica e sono ora intensamente coltivate: la Maremma laziale, situata a nord, in continuità con quella toscana; l’Agro romano, o Campagna romana, intorno al basso corso del Tevere, e l’Agro pontino, nella provincia di Latina.

La fascia costiera, costituita da spiagge interrotte da qualche imponente scogliera calcarea, si estende per oltre 300 km, dalla foce del Chiarone, che segna il confine con la Toscana, a quella del Garigliano, al confine con la Campania. Oltre il promontorio di Torre Astura, nella provincia di Latina, si trova uno degli ambienti umidi più interessanti della regione, formato dai laghi costieri di Fogliano, Monaci, Caprolace e Sabaudia, separati dal mare da un lungo cordone di dune.

Il clima

Il clima del Lazio risulta alquanto variabile, in relazione all’orografia e alla distanza dal mare. Nella fascia costiera l’influenza marina determina basse escursioni termiche e un elevato apporto di umidità; verso le zone interne l’effetto mitigante del mare si riduce e il clima diviene progressivamente più continentale, con marcate escursioni termiche e maggiori precipitazioni. La posizione centrale del Lazio e la sua particolare orografia, danno vita a una grande varietà vegetazionale, dove convergono elementi mediterraneo-occidentali, nord-europei, balcanici e africani (Lucchese, 1986): l’elenco floristico regionale comprende ben 3.000 specie (più del 50% della flora italiana) e presenta numerosi endemismi, soprattutto in situazioni di “isolamento genetico” come nell’Arcipelago Pontino e in alcuni rilievi appenninici. Un notevole contributo alla ricchezza vegetazionale del Lazio è apportato dalle 49 aree protette, che annoverano Parchi, Riserve, Oasi e Monumenti Naturali (Regione Lazio, 1998).

TIPI DI MIELE E CARATTERIZZAZIONE MELISSOPALINOLOGICA

Per quanto riguarda la produzione di miele, nella parte occidentale della regione, più pianeggiante, rivolta verso la costa tirrenica, a prevalenza agricola con aspetti residui di macchia mediterranea, la produzione di miele è rappresentata essenzialmente da un millefiori chiaro a prevalenza di leguminose (soprattutto trifoglio, sulla e ginestrino) e crocifere (colza).

Un’importante fonte di miele uniflorale, particolarmente nella provincia di Latina, è l’eucalipto. Sporadicamente possono ottenersi produzioni uniflorali di girasole, trifoglio, erica, sulla, agrumi e, nelle zone più urbanizzate, ailanto e tiglio.

Nelle zone interne, collinari e boschive, le principali fonti mellifere sono rappresentate da castagno e melata, che possono dare miele uniflorale o contribuire alla produzione di un millefiori di colore scuro.

Con minore frequenza si ottengono mieli uniflorali di robinia. Occasionalmente si produce miele di marruca (provincia di Viterbo) e, quando la stagione lo consente, edera.

apicoltori e alveari

Nella nostra regione sono presenti 3000 specie floreali, più del 50% della flora italiana. Alcune zone, come l'arcipelago pontino, sono in una situazione di "isolamento genetico" che preserva un ricco patrimonio botanico. Nel Lazio sono presenti ben 49 aree protette, tra Parchi, Riserve, Oasi e Monumenti Naturali. Il 27% del suo territorio è ricoperto da formazioni boschive, localizzate soprattutto in aree montuose e collinari; particolare menzione meritano il Parco Nazionale del Circeo, la Tenuta Presidenziale di Castel Proziano e il bosco di Foglino-Acciarella, veri e propri scrigni che proteggono le tracce dell'originaria foresta planiziale (foresta di pianura). In questa ricchezza botanica, le nostre api producono eccellenti mieli millefiori (mieli che contengono al loro interno diverse tipologie di polline), che con le loro sfumature di colore, sapore e profumi, ben rappresentano le caratteristiche delle peculiarità dei differenti territori. Ma la vera ricchezza sono i numerosi mieli monofloreali, detti così perchè al loro interno il polline di una sola pianta ha il sopravvento su tutte le altre facendone scomparire le tracce, rendendo il miele identificabile per colore, profumo, consistenza e ovviamente sapore.

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