Descrizione
La produzione di miele di ailanto allo stato uniflorale non è frequente ed è limitata ad aree fortemente antropizzate, quali le aree periurbane di Roma o altre stesse aree urbane. Molto più frequenti i mieli millefiori con una componente caratterizzante di ailanto. A questo proposito si è notato che quantità molto limitate di nettare di ailanto possono già caratterizzare fortemente il miele.
Quantità così basse che a livello pollinico si evidenziano solo con percentuali di polline di ailanto inferiori all’unità già sono percepibili soprattutto a livello di retrogusto. A quantità di nettare corrispondenti al 3 – 15% di polline di ailanto corrispondono mieli in cui le note fruttate di pesca e moscato sono già nettamente evidenti, tanto da essere spesso presi per mieli uniflorali.
Nei rari mieli sicuramente uniflorali, con percentuali di polline della specie maggiori del 45%, le note fruttate tendono a essere meno percepibili e si evidenziano sfumature che richiamano l’odore delle foglie della pianta.
Colore: medio, da medio chiaro a medio scuro in funzione delle piante di accompagnamento e, a volte, con sfumature grigio-verdi.
Tendenza a cristallizzare: media.
Odore: presenta una nota vegetale umida che può richiamare la terra bagnata, i vegetali ammuffiti, i funghi freschi e una aromatica di menta in foglie o mentuccia; quando spatolato si possono percepire anche note simili a quanto si percepirà alla degustazione (frutta tropicale, pesca, moscato); nei campioni più puri e appena prodotti l’odore può richiamare anche quello delle foglie della pianta (vegetale, urina di gatto, bosso).
Aroma: sorprendentemente profumato, richiama frutti con connotazione tropicale quali la pesca, l’uva moscato e il litchi. Richiama ancora di più prodotti trasformati o industriali quali il thè alla pesca, lo yogurt pesca e mango, l’Asti spumante, lo sciroppo di fiori di sambuco. L’aroma presenta una particolare evoluzione, in quanto dopo la deglutizione, prima le caratteristiche si smorzano progressivamente, ma poi ritornano con un’intensità media e caratteristiche diverse (retrogusto) che richiamano l’odore della pianta (vegetale, foglie di salvia, urina di gatto, bosso).
Persistenza: lunga, con retrogusto, cioè, come sopra descritto, con sensazioni diverse rispetto a quanto si percepisce prima della deglutizione.